Un piccolo, disordinato, decadente
interno borghese sono l'arena di una decadente coppia che non riesce
a sottrarsi alla propria incomunicabilità e alla menzogna della
propria vita. Francesco, un aspirante scrittore frustrato e incapace
di portare a termine il suo lavoro; Marta, sua moglie, donna
indifferente che fluttua intorno al vuoto di suo marito. Una tipica
“crisi borghese” portata in scena al Teatro Millelire di Roma dall'Ass.Culturale Electra di Pistoia, nata negli anni '70 dalla penna di Natalia
Ginzburg, ma che si adatta senza difficoltà ai nostri tempi come
a quelli passati. Cambiano accessori, modi di parlare, stili di vita,
società, ma sempre c'è quell'enigma di coppia in ogni tempo: il suo
protrarsi in una non-esistenza che mette le radici nell'insofferenza
e nell'incomunicabilità; quel nutrirsi di menzogne, quel sotterrare le
proprie pulsioni dietro la maschera e mandarla in mille pezzi quando
la rabbia esplode, scoprendo il volto dell'amara sconfitta. Ognuno prova a distrarsi come può, cercando di costruirsi una piccola
bolla dalla quale respirare aria non contaminata; si batte a
macchina, si guarda la bambina, ma è sempre la verità che i
personaggi non riescono a trovare a bussare prima o poi ed esigere
che venga posta al centro del confronto. Per quanto la si fugga, deve
sempre affiorare, perché siamo in un teatro, luogo dove i conflitti
non rimangono in sospeso ma vengono risolti: non come facciamo nella
vita. I personaggi sono un po' il nostro specchio, affrontano ciò
che non affrontiamo, tramutano in vibrazioni violente ciò che noi
tentiamo di nascondere. Attorno a loro, personaggi solo nominati,
amici o nemici secondo l'angolo di angolazione, salvatori e
oppressori secondo le circostanze. In questo caso le circostanze sono
quelle della disfatta per entrambi i personaggi: non c'è salvezza
nell'amico/amante Michele. Si resta soli, nel piccolo interno
decadente e disordinato, dalla vasca piena di panni nella quale non
si può nemmeno fare la doccia; e passano così, intere generazione
di amanti.
L'irruento e violento Andrea
Gonfiantini e la disincantata Priscilla Baldini diretti da Giuseppe Tesi, cercano per un'ora e
più il bandolo della crisi di Francesco e Marta, provando ad
esplorare quell'universo infetto attraverso gesti violenti e impeto vocale nel tentativo di risolvere a
loro modo il conflitto e condurre ad una esistenza normale i propri
personaggi. Sembra tuttavia, che l'attrito venga un po' spinto e
forzato con un dialogo che, seppur da testo rivela una natura
conflittuale, si risolve troppo spesso e troppo frequentemente in un
urlare eccessivo. Poca umanità e poca verità, perché se è vero
che rabbia e violenza fanno esse parte della vita, è pur vero che
esse non si tramutano in un perpetuo moto urlante. Si rischia dunque
di allontanare anziché avvicinare, finendo per coprire con un telo
nero quella quarta parete che invece dovrebbe essere uno specchio. E
lo scarto lo si può ben notare quando i due si allontanano
momentaneamente dall'arena, per confessarsi direttamente al pubblico,
creando quel contatto che è necessario per avvicinarsi davvero al
dramma reale dei personaggi e di noi stessi. Da questa necessità
comunicativa forse si sarebbe potuti partire - rinunciando a talune
scelte azzardate - per esplorare anche il "dialogo" tra i
personaggi e renderli così tanto più vicini allo spettatore, tanto
più disarmanti.
Recensione a cura di Alessandro Giova
"Dialogo...?"
scritto da Natalia Ginzburg
Regia di Giuseppe Tesi
con Priscilla Baldini e Andrea Gonfiantini
dal 25 al 30 settembre presso
TEATRO MILLELIRE
via Ruggero de Lauria 22, Roma
Biglietti: €12.00 - Ridotti €8.00 (clicca qui)