sabato 23 marzo 2013

Il Ventaglio, Teatro delle Muse. Recensione

"Evviva il teatro!" Queste le parole gridate da un giovane ragazzo del pubblico alla fine dello spettacolo di ieri sera. In effetti come non confermare dopo l’esilarante e ben riuscita commedia goldoniana da parte della compagnia di Mimmo Strati (nell'immagine) andata in scena al Teatro Le Muse?

Una semplice scenografia che riporta gli echi delle scene veneziane nel quartiere popolare romano di Trastevere, in una piazza all’interno della quale si svolgono tutte le baruffe, i lazzi e gli equivoci che lasciano il pubblico divertito e in preda a un fiume di sincere risate.

L’apertura avviene con il bel canto della Signora Geltruda (Anita Pusceddu) e del Conte di Rocca Marina (Cesare Cesarini), i quali si esibiscono in una calda romanza romana, come per aprire le danze e lasciare spazio a tutti gli altri personaggi che riescono bene a ricordare le maschere della nostra commedia dell’arte. Sono chiari i richiami al recitare all’improvviso, riuscendo a creare un rapporto di apertura e di intrattenimento verso il pubblico. La prima che riesce a far questo è la “malalingua” merciarola Signora Susanna, un personaggio reso teatralmente ineccepibile da un’interpretazione veramente completa di Alexandra Filotei, dove l'attrice esprime tutta la parola e la fisicità della pettegola del quartiere; sono proprio divertenti i suoi movimenti, i suoi saltelli e i suoi gesti, ricreati veramente in modo impeccabile. Si rende un personaggio indimenticabile quando spiega al pubblico “la lingua del ventaglio”, ovvero come il modo di usare e portare un ventaglio, può far comunicare una donna, mostrandosi nascosta e intimidita, oppure ben disposta e aperta verso l’uomo. A seguire si presenta l’antagonista - se vogliamo azzardare - della merciarola, ovvero la fruttarola, la Giannina (Maia Orienti) voluta da tutti, anche lei popolana e splendida nei suoi movimenti, salterelli e scorribande; una semplice paesana che viene additata quale capro espiatorio di tutti gli equivoci accaduti per causa del ventaglio disperso: è proprio a lei che viene dato in custodia questo oggetto, simbolo dell’amore del Signor Evaristo (M.Strati) per la giovane Candida, nipote della sora Geltruda.

Ecco i due principali innamorati, i quali rimangono separati a causa di un fraintendimento di Candida, convinta che il ventaglio nelle mani di Giannina sia la prova che Evaristo le è infedele, motivo che la spinge e volersi maritare per vendetta con il Barone del Cedro. Ed ecco poi le baruffe e gli intrighi degli innamorati del popolo, dove la povera Giannina è contesa fra il ciabattino Crespino e l’oste Coronato, con il fratello di lei Moracchio che la vuole costringere a sposare il secondo piuttosto che il primo. Una Limoncina che tanto ricorda colombina, che volteggia per la scena, nei momenti di passaggio, facendo da tramite o introducendo alcuni momenti, rendendo il tutto ancora più gradevole.

Uno spettacolo con personaggi che non lasciano spazio a dubbi, tutti ben costruiti e riusciti, con una regia che rende le relazioni fra di loro senza intoppi e rendendo scorrevole la trama, anche per occhi ed orecchie meno avvezzi al linguaggio del teatro.
Valentina Nesi


IL VENTAGLIO di C.Goldoni
regia Mimmo Strati e Claudio Monzio Compagnoni
con  Mimmo Strati, Cesare Cesarini, Alexandra Filotei, Maia Orienti, Anna Monia Paura, Anita Pusceddu, Stefano Starna, Stefano Scaramuzzino, Francesco Trifilio Gabriele Tuccimei, Cecilia Zincone

visto al 

TEATRO DELLE MUSE
via Forlì 43 - Roma

  

Nessun commento:

Posta un commento