Uno va a teatro e si prepara a
vedere uno spettacolo: si mette a sedere e appena si accendono le luci sul
palco attende l’entrata degli attori, almeno di uno. Questa sera c’è qualcosa
di diverso, sulla scena appare una quinta, da sola sì, con due grandi fessure
sui due lati che la compongono. Luci puntate su di lei e una musica che tutti
riconoscono subito e proprio dal pubblico si alza qualcuno, un illuminato che
sente il richiamo della scena. Si alza, inizia a spogliarsi, va davanti alla
quinta sul palco e inizia a omaggiarla e idolatrarla, prostrandosi come in
preghiera di fronte a un totem: le note sono quelle di Così parlò Zaratustra di
Strauss. L’ormai presunto attore continua ad esultare di fronte all’oggetto
sacro e a un certo punto s’interrompe la musica. Da qui iniziano una serie di
domande e considerazioni: che ci sta a fare questa quinta? Ecco che si comincia
a capire com’è che può essere sfruttata, magari se uno va dietro, poi ne esce
trasformato, e neanche di poco: i corpi cambiano dimensione, le braccia si
allungano, le teste si trasformano, insomma ogni passaggio dentro e fuori dalla
quinta crea qualcosa e qualcuno di nuovo. La quinta è magica, fa apparire e
sparire le persone anche dal pubblico, che forzatamente sarà coinvolto da due attori
che sfondano la classica quarta parete; preparatevi a sorprese!
E’ uno spettacolo sinceramente
esilarante, che coinvolge completamente lo spettatore e lo pone di fronte a
riflessioni umane, sceniche e molto semplicemente lo incanta. La quinta separa
la visione della scena dove si svolge l’azione, il gesto, la parola dell’attore
da tutto ciò che vi sta dietro ed è ancora in preparazione. Ci viene data
l’occasione di avere accesso a questo luogo dove tutto può accadere,
diversamente dal palco, dove solitamente tutto è già pronto, scritto, studiato
ed eseguito alla perfezione: ma siamo proprio sicuri che sia così? Infatti
questa convenzione viene completamente superata, grazie allo svelamento dei
trucchi, della preparazione dietro le quinte: i momenti di panico prima
dell’entrata in scena, i dubbi, le incertezze dell’attore riusciamo a provarle
in prima persona, ridendo sonoramente grazie a questo ribaltamento. Si
susseguono diversi capitoli, cominciando dall’assistere alla lettura di un
fantomatico copione, che però ad un certo punto presenta pagine vuote e quindi
ci si trova a dover creare il teatro lì,
in quel momento; e se lo scrittore se ne va? L’attore-personaggio è solo e che
fa? Inventa e dopo aver intavolato discorsi sul quotidiano e sul senso del
viaggiare, come metafora del vivere, a un certo punto cade con la testa nella
quinta, dalla quale escono ed entrano altre teste che testimoniano, in modo
molto beckettiano, l’assurdità, inutilità e precarietà dell’esistenza. Poco
dopo rimaniamo incantati da una scena meravigliosa, dove la protagonista è a
tutti gli effetti la quinta, che ormai è stata sfondata, dalla quale vediamo
uscire braccia e mani, in una danza ricercata di gesti e movimenti veramente
sublime. La quinta diventa anche un
complesso orchestrale che viene diretto da un maestro, che con il solo tocco
delle mani riesce a suonare musiche incredibili,poi si crea un circo composto
anche da conigli, foche, un improponibile Enrico V. Tutto questo grazie
all’incontro fra Armando Sanna, Aldo Gentileschi e Pasquale Scalzi di Teatrificio
Esse e Riccardo Goretti, che esplorano e ricercano un nuovo modo di agire,
muoversi, parlare in uno spazio che viene chiamato teatro e che si chiedono e
vi chiedono: ma che cos’è il teatro? La risposta, forse, vi aspetta dall’11 al 14 aprile al Teatro Le
Maschere, Trastevere (dietro Ministero Pubblica Istruzione).
Valentina Nesi
“Il teatro, il teatro! Ma perché
si deve credere che il teatro esista solo all’interno di alcuni bruttissimi
edifici ammassati nel cuore di New York, o di Londra, di Parigi o di Roma? … Vuoi
sapere che cos’è il teatro? E’ il circo equestre … ed è l’opera. Sono i rodei,
i varietà, i balletti, le danze dei selvaggi, Pulcinella, i cantastorie … tutto
è teatro. Ovunque ci sia magia, fantasia e pubblico c’è teatro. Topolino, Ibsen e Lone Ranger … Sarah
Bernhardt e Poodles Hanneford …Lunt e Fontane …Betty Grabble. Ermete
Zacconi, Eleonora Duse … tutto teatro! Non puoi capirli tutti. Non tutti ti
piacciono, è logico. Il teatro si fa per tutti, anche per te. Ma non solo per
te. Perciò non puoi disapprovarlo. Non sarà forse il tuo teatro ma è teatro per
tanti altri come te … Sono partito all’attacco, non te la prendere, non volevo
offenderti. Ma s’è creata una tale atmosfera di snobismo attorno a questo
sacrario che chiamano teatro che certe volte pare che mi soffochi.”
Eva contro Eva- J.L Manckievicz
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