giovedì 13 ottobre 2011

Corno Inglese - Eugenio Montale

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(nell'immagine: un dipinto di Mauro Colombo)

Il vento; lui sì che sa dove andare, non ha dubbi; conosce la sua forza, ha coraggio e soffia con energia. E' sempre sicuro di sé, sa che può essere melodia dolce o inarrestabile frastuono. Sa, che gli alberi son suoi amici per innalzare canti, che infilandosi in un tubo produce un suono come di flauto, o che può sibilare solo nell'aria in un lieve sussurro. Può anche dipingere, scolpire, modellare; può far fare viaggi infiniti. Il vento è tutto ciò che vuole, non ha insicurezze, conosce i suoi sentieri. A volte, noi, si vorrebbe essere come il vento: sicuri, decisi, armonia di suono e pittori di cieli; ma siamo così poveri e desolati, che non possiamo che sentirci di troppo.

***

Il vento che stasera suona attento
-ricorda un forte scotere di lame-
gli strumenti dei fitti alberi e spazza
l' orizzonte di rame
dove strisce di luce si protendono
come aquiloni al cielo che rimbomba
(Nuvole in viaggio, chiari
reami di lassù! D' alti Eldoradi
malchiuse porte!)
e il mare che scaglia a scaglia,
livido, muta colore
lancia a terra una tromba
di schiume intorte;
il vento che nasce e muore
nell'ora che lenta s'annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore.

Eugenio Montale
da Ossi di Seppia


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