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venerdì 20 maggio 2016

Terza guerra mondiale | #poesia



Accompagnamento musicale consigliato:

 Tacerò, ininterrottamente
lascerò che qui marcisca
ogni stupida idea, silenzio
ne sarò il Re, come Arthur
- mio gemello di sconfitta -
muri alti, impenetrabili
senza possibilità d'attacco.

Il processo di pace, Addio
armistizi: siamo in guerra!
Lontani! Lontani vi dico!
Invasori della mia terra
qui si spara, lasciatemi!
Non tentatemi, lontani
o tra le lacrime io sparo!

Io non conosco  Amore
di che parliate non so,
Poesia? Fiori? Sbagliate
mai da questo cuore uscì
altro da violenza o guerra
dell'amor facciamo a meno.

Conosciamo i vostri giochi
rimuovere da noi difesa
è lasciar che si saccheggi,
ai vincitori il cuore, a noi
il dolore: conosciamo, via!
Via, pria che il sole schiuda
ai vostri occhi il volto stanco
fragile di chi porta il peso
d'una maschera. Già s'apre
lo spiraglio alla bontà, via
noi siam duri, siam soldati
non tremiamo ma colpiamo.

Colpo e fuga sotto viscere
frementi, la terra che trema,
un bel tramonto l'atomica
sganciata, i corpi son cenere
v'amai, un giorno, v'amai:
ora son soldato, dio di morte
bacio commosso le spoglie
vostre come mie, magari
nell'eterno giro ci vedremo
ancora, in un mondo nuovo
ci ameremo, ma non ora
non ora...

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lunedì 18 aprile 2016

Baciami le nocche (più contenuti speciali)


A volte siamo costretti ad essere ciò che non siamo
A volte essere veri, duri ma giusti, è come essere morti
A volte vedono in te la grandezza ma a nessuno interessa
A volte gli inutili barbari saccheggiano ciò che sarebbe tuo
A volte, 
Sticazzi!

***

Dunque questo è il luogo di coatti, sbruffoni, arroganti? 
È dunque questo il luogo dove solo regna chi è stronzo? 
E quando sarà il luogo delle anime gentili ma inflessibili 
dei romantici, degli eleganti, degli umili, dei sapienti? 
Quando la bellezza vincerà sull'irriverente montatura? 
Quando saremo amati senza fingerci teste di cazzo? 
Questo è il mio gentil pugno: baciami le nocche! Così?
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lunedì 11 aprile 2016

Parlando di A.



Sono la sottocoscienza poetica
Lui l'esteriorità, io l'intimità
Lui il cinismo, io l'amore
Io dico ciò che lui non dice

Sono l'esilio della mente
i fiori regalati dal suo petto
strappati e in terra essiccati,
sono del doppio il canto muto.

Ciò che non è ma ambisce:
la catastrofe è il mio beneficio
dei suoi sogni l'amaro profeta
se pure ride in lui io piango.

E scrivo degli amori che non ha
 e in lui, un giorno, ricadrò -
quando i suoi amori e le mie muse
s'uniranno - nello stesso nome

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domenica 10 aprile 2016

Umiltà del nulla (ovvero Epitaffio a me stesso)

Mia è l'ombra,
Mio il silenzio
dai ruggenti sospiri.

La parola, la parola
anch'essa è perduta
mi vedrai nell'aria.

Mi sentirai
con l'autunno
un fruscio di foglie.

M'udirai
marino lamento
cingerti la vita.

Mi calpesterai
come neve nuova
in me calco, impronta.

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martedì 5 aprile 2016

La Musa Ignara

(Childe Hassam - Fifth Avenue Nocturne)

A te
che sai
fingendo di non sapere

A volte capita di iniziare a vedere colori
laddove prima era tutto un po' scuro
e viene voglia di vedere meglio


***

Deserto in piazza
fontane in festa
occhi nel vuoto
lacrime di vento
l'infinita attesa
che si manifesti
amabile l'Infinità.


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domenica 21 giugno 2015

Frammenti | #impossiblethings

 (Wife Portrait - Zdzisław Beksiński)

Mi son fottuto il cervello!
E il cuore, la pancia, la vita
l'integrità.
Deflagro

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giovedì 27 febbraio 2014

Voglio rivelarti



 (nell'immagine un'opera dello street artist Dran)

Di rivelarti io aspiro

d'ogni me, e di passati

di ciò che il tempo

ebbe a nutrirmi,

dei pasti avariati

e quelli squisiti

delle notti a digiuno

dei veleni

e dei cibi

eterni.



Di come divorai la fetta

e in fretta ne piansi.

Di come la mente inganno

mi rese ogni clamore.

Dell'oro che descrissi

e lo scoprii stagno,

di quando fuggii dal cielo

per seppellirmi nella neve,

del cuore che resi muro

e corrosi delle mie lacrime,

di come a volte rinasci

o senza nascere si muore.

A.
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giovedì 13 febbraio 2014

L'uomo ombra


(nella foto: Autoritratto con la morte che suona il violino di Arnold Bocklin)

Sono l'uomo ombra
il vuoto mi divora
e nel vuoto ho dimora.
All'ora dagl'umani sgombra

son devoto, al silenzio pegno
faccio dell'anima mia
allor che libera è la via
m'ergo a sommo del regno.

Dello spettro non disturbar
lamento e il perpetuo pianto
solo, quel cuore d'amianto
i sonni dolci lasciate tormentar.

Amar non riesco senza deliri
mio è l'eterno, mio l'incanto
questo il destino che millanto
d'essere imcompreso tra i sospiri.

Capire, oh mortale, non potrai
dai cuori bevvi lacrime d'oro
tremanti singulti tuttora imploro
d'amar l'abisso io smisi mai.
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martedì 11 giugno 2013

L'Anima Bella

 (nell'immagine: un'opera di Achille Glisenti)

uccideteli! pria che trovino l'incanto!

Grottesche mie donne, frivoli
stambecchi dai seni volgari
pagliacci dai volti incipriati
rosse labbra di iene affamate
spolpate le vuote carcasse.

Io posso sentire tutte le anime 
sapete voi, d'un'anima bella
anch'essa donna, eppur angelo
bianco come i sogni miei puri?
Essa ride, stende candidi veli
squarcia il sudario notturno
ecco, dic'ora che l'amo, come
un'essenza, non un corpo: luce.

Tutti i paradisiaci istinti
sepolti dal suo tenero battito
l'ardore è un riserbo di porpora
(il corpo, che rozzo strumento!)
Splendore, ti custodirò in una cripta
dove un sorriso, goffo, inciampa.
A.G.

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venerdì 7 giugno 2013

Le ho dipinte io

 (nell'immagine un'opera di Van Gogh)

Le ho dipinte io
le stelle spente
dalle luci umane

E la luna
dal ventre gonfio
m'ha baciato.
A.G.

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sabato 25 maggio 2013

Lo sguardo oscuro

(nell'immagine: un'opera di Stefano Bonazzi

Piangendo, vedevo dell'oro - e non potei berlo.
(A.Rimbaud)

Tieni chiusi gli occhi
che hai raccolti dai pozzi
io amo i fondali neri
guardami e diverrò acqua.

Non aprirli per carità
anch'io debbo sorridere: 
tra la gioia e il tormento
sempre scelgo d'annegare.
A.G.

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domenica 19 maggio 2013

I poeti


 (nell'immagine un'opera di F. Bracquemond)

Amputate gli acrobati 
(cit. da un celebre murale)

Uccidete i poeti
feriteli a morte!
Fintantoché non resterà
d'essi una muta carcassa.

E quando son colmi di voluttà
trucidateli senza pietà
occultate i loro silenzi
lungo un'arena bianca

li divorino i granchi
siano rosi dal sale
il sole sia la loro brace
più non squittiscano!

 - Eppur si muove
feticcio immondo!
Seppur ei morto
esala tormenti!

Saremo mai liberati
dai loro canti disperati?
Oh che anime depravate
che tanfo quelle spoglie alate!

Ed ecco quei poveri Cristi
risorgere gonfi di cisti
sparate! uccidete! I cervelli
al core vogliono come orpelli!

Van cercando divine muse
perch'esse li disprezzino
inondar sì d'amaro strazio
il cammino all'uomo pratico,

e come rifiorisce la natura
come trema la terra dura
al passaggio del loro pianto
sparate! pria che trovino l'incanto!
A.G.

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venerdì 17 maggio 2013

Alla notte

(nell'immagine un quadro di Edward Hopper)

Mi piaci amica Notte
perché in te languisco
teneramente l'aria
afferro e stringo;

perché sai esser spettrale
col tuo nero sepolcrale
sotto il tuo pizzo seducente
urlo silenziosamente.

T'amo poi perché temo
temo la brevità, il sonno
che sfugge e ti consuma
l'incanto che muore nell'alba.

Notte che proteggi gli amanti
i piccoli diavoli, gli ubriachi,
un lenzuolo di sospiri
dona a chi lungamente attende.

E abbi pietà di noi
dei poveri pazzi estasiati
ebbri di profumi fugaci
concedici i sogni migliori.

Notte io taccio, io so, farai
della mia anima uno straccio
e ciò ti rende bella:
Notte "ancora, ancora botte!"
A.G.

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sabato 23 marzo 2013

Primavera

(nell'immagine un'opera di Caspar David Friedrich)

Quando il sole leverà
lo sbadiglio oltre i monti
pria che l'ombra offuschi
ancor quel po' che brilla
nuove gemme noi vedremo
lagrimar dagli alti fusti
e come gonfie poppe
penderan sulle bocche
inaridite dai cocenti indugi
dolciastri frutti proibiti;
starem sotto a spremere
goccia a goccia, ululanti:
passerà il livore, dalle labbra
come sbrodolosi poppanti
insozzeremo ogni cosa,
ridendo da anime felici.
A.G.


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mercoledì 27 febbraio 2013

Guerra Fredda

(nell'immagine un'opera di Zdzislaw Beksinski)


Ci fu una sera che
di Berlino il muro
lungo il cuore edificai
con lacrime di cemento.

Non era più tempo,
nel mio bunker amaro
amare non più che tenebre
e bevvi l'inerzia solenne.

Niente oltre quel freddo
lugubre reumatico spirito
neve a nascondere i fili
spinati ai tenaci invasori

arrampicati su lisci occhi
scivolosi come ghiacci,
li ho seppelliti tutti
col mio bacio antartico!

Rattrappisco ora, slavine
di corpi odo schiantarsi
arrembanti sulle pareti
e temo il mio stesso gelo.

Voi ribelli insudiciati
sapete dir di ciò che arde
o è per ideologico disprezzo
che lanciate rosse pietre?

Perché pallido arrossisco
leggermente sciolgo i passi
sopra i miei baci sepolti
se alto odo il grido "voluttà!"

Per voi io scelsi l'ombra
per risparmiar condanne
alla prigione mi volsi
lasciandovi gelide carezze.

È possibile morire oggi
d'un deliberato brivido?
Se è Amore che sia almeno
nucleare: o s'amino i muri.
A.G.

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mercoledì 20 febbraio 2013

Perdere la vita sui Tram

 (nell'immagine un dipinto di zdzislaw beksinski)

Muio dentro
non solo parole, cocci
di vita, assordante
logorio di carta
morta, morta
addio!

Chissà dove
o quando
Venere dei boschi
tentacoli
eternità

Ed ora non più
non più che macerie
ora non più, ora
reliquie della notte
su tram inesistenti.
A.G.
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sabato 26 maggio 2012

Disavanzo quotidiano

 (mell'immagine: Autoritratto con la morte che suona il violino di Arnold Böcklin)

...Stamane il mattino era sì caldo
che a me dettava questa confusione...
(da Alda Merini)


Immenso che non ho
pietra dura, come il cuore
nascondiglio d'insetti

Potrebbe piovere, dentro
gli amari rifugi mentali
capanna di fango, anima

Il perché non chiedere
meglio tristi che illusi
- anche oggi si muore un po'.

Matteo Di Stefano

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