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venerdì 23 aprile 2010

Aracne e il ragnetto salvato.


Aracne, era un'abile tessitrice che viveva nella città di Colofone; si riteneva così abile nel suo campo da ritenersi perfino superiorea Minerva, divinità protettrice delle tessitrici, e la sfidò. La dea Minerva, travestitasi da vecchia, scese sulla terra e si recò da Aracne, cercando di persuaderla a non sfidare la Dea e di scusarsi con essa. Ma Aracne, sicura della propria arte, anziché scusarsi rinnovò la sua sfida e la Dea uscì allo scoperto. Aracne tesse una tela così bella che mandò su tutte le furie Minerva; questa distrusse la tela e s'avvento verso Aracne colpendola con la spola. Aracne tentò di impiccarsi, ma Minerva la sottrasse alla morte tramutandola in un ragno.

Proprio Aracne, o meglio un ragnetto, spunto da sotto la terra mentre rivoltavo zolle di terra con la vanga. Portava un bozzolo rotondo e bianco con sé. Lo spostamento della terra fece scivolare la rotonda sfera di tela di ragno, ma il ragno fu lesto a recuperarla. Era un bozzolo con le uova ed il ragnetto le difendeva coraggiosamente. C'era tutta la sua discendenza in quel bozzolo, tutto la sua vita precedente e quella futura. Ed era meraviglioso vedere come un esserino, così microscopico, che in casa ci va gridare dalla paura e che in un prato ci sembra così indifeso, s'immoli con tanto coraggio di fronte ad un gigante d'uomo. Davo colpi di vanga per sbriciolare le zolle in quel piccolo quadrato di terra che veniva selvaggiamente scosso, ed il ragnetto seppur vacillante era fermo, deciso a non mollare a costo della vita quel bozzolo. Perché, avrei dovuto battere ancora, con non curanza, su quella terra? Avrei potuto spezzare quella gracile vita in un colpo di vanga in modo inavvertito, senza pena, ma ero così affascinato da quella minuscola prova di coraggio che non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Era nudo, su quel cumulo di terra. Stava in pace, indisturbato e protetto tra le file confuse dell'erba. Ora, sulla nuda terra, era esposto non solo alla mia vanga, ma anche ai predatori che potevano scovarlo in un baleno. Vai allora, sei stato coraggioso. Ed io non sono la Minerva. Così presi il cumuletto con tutto il ragno e lo portai in un punto protetto da foglie, ne scostai un po' e vi feci scivolare il ragnetto col suo bozzolo bianco e le sue migliaia di uova. Hai la tua importanza in questo regno bestiolina; chissà se i tuoi otto occhi hanno memoria per ricordare un essere umano.

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