domenica 27 febbraio 2011

L'angelo delle tangenziali - Davide Rondoni

(nella foto: Henri Julien Fèlix Rouseeau - La Zingara addormentata)


Stava seduto una notte sul guardrail
nella luce spiovente d'arancio
d'un grande lampione.
La nebbia
rancida
bagnava - -
La vita, diceva,
bestia la vita,
mentre lo sfiorava la voluminosa
carezza dei tir
che vanno come sogni in autostrada.

Non mi trovo più addosso
un gesto solo che sia vergine
che sia d'alba,
diceva fissandosi le mani,
e di pianto scimuniva.

(Lo incontro mille volte al ritorno
da chissà dove
quando i viaggi nel sonno finiscono
su morartiane
o vascorossiane tangenziali
e poi si disfano in cunicoli,
mio povero angelo
il mio e di ostinati come lui - -)
o mia vita, ripeto e ripeteva,
che non senti l'alba
nelle ossa e nelle giunture,
ma il sale e solo il vento
che dirada mai, che si placa mai.

Davide Rondoni
Il bar del tempo
Ugo Guanda Editore



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venerdì 25 febbraio 2011

E poi ritrovi te stesso...



A volte i libri,
sembrano davvero raccontare di noi.


(...) Dalla finestra del soggiorno dell'edificio di legno in Libery Street si vedeva tutta San Francismo bruciare rossa e verde nella notte di pioggia. Dean fece la cosa più ridicola della sua carriera in quei pochi giorni che passai con loro. Torvò un lavoro che consisteva nell'andare di casa in casa con pile di opuscoli e di campioni chegli aveva dato il rappresentante di una nuova pentola a pressione, e mostrarne il funzionamento alle massaie. Il primo giorno era un uragano di energia. Girai con lui per tutta la città a fissare appuntamenti. L'idea era di farsi invitare a una cena e a un certo punto saltar su e far vedere come funzionava la pentola a pressione. "Ragazzi" esclamò Dean tutto eccitato "questo lavoro è ancora più pazzesco di quello che facevo per Sinah. Sinah vendeva enciclopedie porta a porta a Oakland. nessuno riusciva a sfuggirgli. Sparava lunghi discorsi, saltava su e giù, rideva, piangeva. Una volta ci introducemmo nella casa di un Okie dove tutti si stavano preparando per andare a un funerale. Sinah si mise in ginocchio e cominciò a pregare per la salvezza dell'anima del defunto. Si misero tutti a piangere. Vendette un'intera partita di encicolopedie. Era l'uomo più pazzo del mondo. Chissà dov'è adesso. Stavamo addosso alle figlie giovani e carine e giù certe palpate in cucina. Oggi pomeriggio ho trovato una delizia di donna... siamo andati nella sua bella cucina, le ho messo un braccio intorno alle spalle e avanti con la dimostrazione. AH! Ummmm! Fantastico!"
"Continua così, Dean" dissi. "Forse un giorno ti faranno sindaco di San Francisco." Aveva preparato il numero della pentola a pressione in tutti i particolari; la sera faceva pratica con me e Camille.
Una mattina lo trovai nudo davanti alla finestra, guardava San Francisco al sorgere del sole. Aveva l'aria di voler diventare davvero il sindaco pagano di San Francisco, un giorno. Ma le sue energie si esaurirono. Un pomeriggio di pioggio arrivò il rappresentante delle pentole a pressione, voleva sapere dove si era cacciato Dean. Dean era sdraiato sul divano.
"Hai cercato di vendere queste pentole?"
"No" disse Dean "devo cominciare un altro lavoro."
"Be', e cos'hai intenzione di fare di tutti questi campioni?"
"Non lo so." In un silenzio assoluto il rappresentante prese su le sue tristi pentole e se ne andò. Io ero disgustato da tutto e da tutti, e Dean anche. (...)

Da Sulla Strada
di Jack Kerouac



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lunedì 14 febbraio 2011

Binari

(nella foto: Le modèle rouge - René Magritte)

L'infinito non si nega neppure ai cani,
ridice uno, tremendamente.
(D.Rondoni)

Ci passa un attimo

uno sferragliare
di rotaie
sul dolore.

Avessero visto
questi occhi d'ombra
m'avrebbero afferrato
dai lembi bruciati
del cuore
- per non tardare.

Eccomi invece
fantasma
schiudere il guscio
di larva
dimenticata.

Matteo Di Stefano

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lunedì 7 febbraio 2011

Il banchiere anarchico di Pessoa al Teatro Arsenale

Il banchiere anarchico al Teatro Arsenale di Milano dal 1 al 27 febbraio.
Per questo spettacolo Atrapalo offre uno sconto del 25% (15€ invece di 20€)




“Avevamo finito di cenare. Davanti a me il mio amico, il banchiere, grande commerciante e monopolista ragguardevole, fumava […]. Sorridendo, mi rivolsi a lui. «Pensi: alcuni giorni fa mi hanno detto che lei un tempo è stato anarchico». «Non è che lo sia stato: lo sono stato e lo sono. Non sono cambiato a questo riguardo. Sono anarchico». «Questa è buona! Lei anarchico! E in che cosa lei è anarchico?...A meno che non voglia attribuire alla parola un senso differente...». «Dal comune? No, non glielo attribuisco. Uso la parola nel senso comune».

Comincia così il banchiere anarchico del poeta e scrittore portoghese Fernando Pessoa, pubblicato per la prima volta sulla rivista "Contemporanea" nel maggio del 1922. Il testo, scritto nella forma di un colloquio, è tra i più affascinanti del repertorio Pessoano; un banchiere racconta ad un giornalista le scelte che lo hanno portato ad intraprendere una carriera "apparentemente" in contraddizione con quanto dettato dall'anarchismo. Il giornalista chiede se il banchiere ha rinnegato le sue idee, ma questo risponde con un lungo ragionamento, con il quale spiega perché l'unico modo per essere anarchico fosse diventare ricco.

“Il vero male, l’unico male, sono le convenzioni e le finzioni sociali, che si sovrappongono alle realtà naturali – tutto, dalla famiglia al denaro, dalla religione allo stato. Si nasce uomo o donna – voglio dire, si nasce per essere, da adulti, uomo o donna; non si nasce, a buon diritto naturale, né per essere marito, né per essere ricco o povero, come non si nasce per essere cattolico o protestante, o portoghese o inglese”.

Un ragionamento coinvolgente che, passo dopo passo, porta alla decadenza delle false verità e all'affermazione della riscossa individuale come unica forma per affermare l'anarchismo.

Questo capolavoro dello scrittore portoghese va ora in scena dal 1 al 22 febbraio presso il Teatro Arsenale di Milano, dopo il notevole successo riscosso nella passata stagione. Adattamento e regia sono di Marina Spreafico che afferma in merito: "Ho scelto Pessoa perché, a mio parere, è uno dei grandi autori, una delle ‘menti lucide’ del Novecento. Ama il paradosso, che amo anch’io, perché è un procedimento che rivela la realtà ‘per assurdo’. Una variazione dell’antico e sempre attuale Castigat, ridendo, mores (castiga, col riso, i costumi). Credo quindi che questo testo sia una miniera di pensiero e che, nella sua spietata inesorabilità, apra voragini sugli usi, i costumi e i comportamenti di oggi e di sempre (...) L’opera è un racconto in forma di dialogo. Ne ho fatto un adattamento per renderlo fruibile a un ascoltatore, che è persona diversa dal lettore. Il tema è solo in apparenza paradossale in quanto, come sostiene Pessoa, un paradosso ha valore solo quando non lo è. Il banchiere poi viene dal popolo: è un tipo simpatico, accattivante e pieno di senso dell’umorismo: quello che ci vuole per farne un personaggio teatrale".

Spreafico che nel suo adattamento aumenta il numero dei personaggi da due a tre: mentre nel testo di Pessoa assistiamo al dialogo tra il giornalista e il banchiere (più che altro un monologo di quest'ultimo), nell'adattamento della Spreafico assistiamo alla comparsa di un personaggio femminile: è l'Anarchia stessa, interpretata da Vanessa Korn, che movimenta e sostiene la causa del banchiere al fine di dimostrare la propria stessa esistenza. Uno spettacolo da tenere in considerazione per quei fortunati che vivono a Milano ed avranno la possibilità di vederlo.

Nota: vivendo a Roma non ho possibilità né di vedere, né di recensire questo spettacolo. Chiunque abbia volontà di scrivere una recensione su questo spettacolo, può farlo inviandola a riflessialmargine@gmail.com. Grazie per il contributo che saprete dare.

dal 1 al 27 febbraio 2011
IL BANCHIERE ANARCHICO
adattamento e regia Marina Spreafico

con
Mario Ficarazzo, il Banchiere
Mattia Maffezzoli, il Giornalista
Vanessa Korn, l’Anarchia
spazio scenico: Massimo Scheurer
costumi: Giulia Bonaldi
oggetti: Ambra Rinaldo
sonorizzazione musicale: Walter Prati
video: Ino Lucia
luci: Piera Rossi
assistente alla regia: Lorena Nocera
assistenza tecnica: Christian Laface
produzione: Teatro Arsenale

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