Stava seduto una notte sul guardrail
nella luce spiovente d'arancio
d'un grande lampione.
La nebbia
rancida
bagnava - -
La vita, diceva,
bestia la vita,
mentre lo sfiorava la voluminosa
carezza dei tir
che vanno come sogni in autostrada.
Non mi trovo più addosso
un gesto solo che sia vergine
che sia d'alba,
diceva fissandosi le mani,
e di pianto scimuniva.
(Lo incontro mille volte al ritorno
da chissà dove
quando i viaggi nel sonno finiscono
su morartiane
o vascorossiane tangenziali
e poi si disfano in cunicoli,
mio povero angelo
il mio e di ostinati come lui - -)
o mia vita, ripeto e ripeteva,
che non senti l'alba
nelle ossa e nelle giunture,
ma il sale e solo il vento
che dirada mai, che si placa mai.
Davide Rondoni
Il bar del tempo
Ugo Guanda Editore
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nella luce spiovente d'arancio
d'un grande lampione.
La nebbia
rancida
bagnava - -
La vita, diceva,
bestia la vita,
mentre lo sfiorava la voluminosa
carezza dei tir
che vanno come sogni in autostrada.
Non mi trovo più addosso
un gesto solo che sia vergine
che sia d'alba,
diceva fissandosi le mani,
e di pianto scimuniva.
(Lo incontro mille volte al ritorno
da chissà dove
quando i viaggi nel sonno finiscono
su morartiane
o vascorossiane tangenziali
e poi si disfano in cunicoli,
mio povero angelo
il mio e di ostinati come lui - -)
o mia vita, ripeto e ripeteva,
che non senti l'alba
nelle ossa e nelle giunture,
ma il sale e solo il vento
che dirada mai, che si placa mai.
Davide Rondoni
Il bar del tempo
Ugo Guanda Editore