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lunedì 30 settembre 2013

A una passante - Charles Baudelaire

 (nell'immagine un dipinto di John William Waterhouse)

***
 Ho il petto rigonfio,
ovunque vedo ragazze a forma di cuore;
i miei scudi son vulnerabili

 ***

La via assordante strepitava intorno a me.
Una donna alta, slanciata, a lutto, in un dolore
maestoso, passò sollevando e agitando
con mano fastosa il pizzo e l'orlo della gonna, 

agile e nobile con la sua gamba di statua. 
Ed io, proteso come folle, bevevo
la dolcezza affascinante e il piacere che uccide
nel suo occhio, livido cielo dove cova l'uragano. 

Un lampo... poi la notte! - Bellezza fuggitiva
dallo sguarda che m'ha fatto subito rinascee, 
ti rivedrò solo nell'eternità?

Altrove, assai lontano da qui! Troppo tardi! Forse mai!
Perché ignoro dove fuggi, né tu sai dove vado, 
tu che avrei amata, tu che lo sapevi! 
- Charles Baudelaire -


À une passante

La rue assourdissante autour de moi hurlait.
Longue, mince, en grand deuil, douleur majestueuse,
Une femme passa, d'une main fastueuse
Soulevant, balançant le feston et l'ourlet;



Agile et noble, avec sa jambe de statue.
Moi, je buvais, crispé comme un extravagant,
Dans son oeil, ciel livide où germe l'ouragan,
La douceur qui fascine et le plaisir qui tue.



Un éclair... puis la nuit! — Fugitive beauté
Dont le regard m'a fait soudainement renaître,
Ne te verrai-je plus que dans l'éternité?


Ailleurs, bien loin d'ici! trop tard! jamais peut-être! 
Car j'ignore où tu fuis, tu ne sais où je vais,
Ô toi que j'eusse aimée, ô toi qui le savais!

 - Charles Baudelaire -
(Fleures du mal)    
 

To a Passer-By


The street about me roared with a deafening sound.
Tall, slender, in heavy mourning, majestic grief,
A woman passed, with a glittering hand
Raising, swinging the hem and flounces of her skirt;



Agile and graceful, her leg was like a statue's.
Tense as in a delirium, I drank
From her eyes, pale sky where tempests germinate,
The sweetness that enthralls and the pleasure that kills.



A lightning flash... then night! Fleeting beauty
By whose glance I was suddenly reborn,
Will I see you no more before eternity?



Elsewhere, far, far from here! too late! never perhaps!
For I know not where you fled, you know not where I go,
O you whom I would have loved, O you who knew it!

- Charles Baudelaire -
(The Flowers of Evil)


 
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martedì 11 giugno 2013

L'Anima Bella

 (nell'immagine: un'opera di Achille Glisenti)

uccideteli! pria che trovino l'incanto!

Grottesche mie donne, frivoli
stambecchi dai seni volgari
pagliacci dai volti incipriati
rosse labbra di iene affamate
spolpate le vuote carcasse.

Io posso sentire tutte le anime 
sapete voi, d'un'anima bella
anch'essa donna, eppur angelo
bianco come i sogni miei puri?
Essa ride, stende candidi veli
squarcia il sudario notturno
ecco, dic'ora che l'amo, come
un'essenza, non un corpo: luce.

Tutti i paradisiaci istinti
sepolti dal suo tenero battito
l'ardore è un riserbo di porpora
(il corpo, che rozzo strumento!)
Splendore, ti custodirò in una cripta
dove un sorriso, goffo, inciampa.
A.G.

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venerdì 7 giugno 2013

Le ho dipinte io

 (nell'immagine un'opera di Van Gogh)

Le ho dipinte io
le stelle spente
dalle luci umane

E la luna
dal ventre gonfio
m'ha baciato.
A.G.

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sabato 25 maggio 2013

Lo sguardo oscuro

(nell'immagine: un'opera di Stefano Bonazzi

Piangendo, vedevo dell'oro - e non potei berlo.
(A.Rimbaud)

Tieni chiusi gli occhi
che hai raccolti dai pozzi
io amo i fondali neri
guardami e diverrò acqua.

Non aprirli per carità
anch'io debbo sorridere: 
tra la gioia e il tormento
sempre scelgo d'annegare.
A.G.

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domenica 19 maggio 2013

I poeti


 (nell'immagine un'opera di F. Bracquemond)

Amputate gli acrobati 
(cit. da un celebre murale)

Uccidete i poeti
feriteli a morte!
Fintantoché non resterà
d'essi una muta carcassa.

E quando son colmi di voluttà
trucidateli senza pietà
occultate i loro silenzi
lungo un'arena bianca

li divorino i granchi
siano rosi dal sale
il sole sia la loro brace
più non squittiscano!

 - Eppur si muove
feticcio immondo!
Seppur ei morto
esala tormenti!

Saremo mai liberati
dai loro canti disperati?
Oh che anime depravate
che tanfo quelle spoglie alate!

Ed ecco quei poveri Cristi
risorgere gonfi di cisti
sparate! uccidete! I cervelli
al core vogliono come orpelli!

Van cercando divine muse
perch'esse li disprezzino
inondar sì d'amaro strazio
il cammino all'uomo pratico,

e come rifiorisce la natura
come trema la terra dura
al passaggio del loro pianto
sparate! pria che trovino l'incanto!
A.G.

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sabato 18 maggio 2013

Il calcio di rigore

Che poi ecco, quando ti stai giocando un posto nelle coppe, ti prende come un'euforia, quella del calcio di rigore. La palla sul dischetto, la rete ampia e quell'omino tra i pali che prova a spaventarti con le sue braccia aperte. Perché c'è più gusto a tirare un calcio di rigore, è così. È come fermare il tempo, è una mescolanza di passato, presente, futuro. Apnea. Respira. Il pubblico non parla. E poi, poi quell'attimo, quell'attimo in cui il tuo piede colpisce il pallone e undici metri d'aria tagliati da un pallone, il tuffo del portiere... 
E' così diverso quando cerchi un rigore, certe partite possono essere risolte solo da un calcio di rigore, fai di tutto per procurartelo. Devi solo stare attento a non beccarti il cartellino giallo della simulazione. Tutto dipende da te, dal quel microvomimento che rende un tiro preciso o sbilenco. Tiro...
Non ci sono storie, un rigore è un rigore. Ed ogni azione è tesa a procacciare quell'attimo di tempo bloccato, quell'interminabile euforia che ti colloca in un punto indefinito dello spazio, quell'ipnotica incertezza di un futuro ipotetico. Tutti corrono intorno alla palla, tu rincorri invece fantasie d'area di rigore, fantasie di voci e voli pirotecnici, di maglie sporche d'erba, di rotolamenti, di ciuffi erbosi in bocca e tra i capelli, di polvere che s'alza e zolle che volano. Una stoccata...
Non è la partita in sé, è quell'attimo che decide, che divora in un'estati muta, orgasmica, un attimo che vale secoli e parole di mille poeti, che travolge con un niente le goleade del passato. Puoi vincere facendo goal su azione, puoi vincere tutte le partite, ma c'è sempre una partita che vale più delle altre e cerchi di buttarti in aria per procurarti un calcio di rigore. Non conta altro. Il goal su rigore è una sfida al tempo, al tempo che diventa indefinito istante..
Solo poter calciare, dal dischetto bianco, un piccolo grumo di cenere bianca, poof, e la gocciolina di sudore che scivola giù, la dove farà schizzare il cuoio più avidamente. Quanto siamo? Zero a zero. Ci vorrebbe un calcio di rigore: poi c'è quell'istante in cui si apre un varco e l'aria la senti nuova, magica, non più rarefatta, ma densa, di un clima, di un incantesimo, del giusto tocco che manda a vuoto un avversario, dal passo veloce che s'avvicina ai trenta metri e ancora una prodezza e un'altra, ed entri in area ed è uno stato di sogno, di grazia, tutta la vita davanti, avanti e indietro nel tempo, e poi swam, via uno e un altro, godimento d'anime swam, avanti e indietro swam, tempo e non tempo swam, sussurro di secoli swam e arbitro voglio un calcio di rigore! Arbitro: "rigore! rigore!" "e passa quella palla maledetto!" "passa che sono solo!" "rigore! rigore!" "ma che ti prende, passa!". E poi quell'ultimo tocco e poi..
Giù, il ginocchio sulla tua coscia e poi giù, senti la realtà distorcersi, tutto un girotondo di colori quando vai giù, non sai dove sei, quale il nord, il sud, giri, potresti essere morto senza saperlo, giri, dura un'eternità e poi giù...
E poi non esiste più tempo..
Fischio. Rigore. Goal.

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venerdì 17 maggio 2013

Alla notte

(nell'immagine un quadro di Edward Hopper)

Mi piaci amica Notte
perché in te languisco
teneramente l'aria
afferro e stringo;

perché sai esser spettrale
col tuo nero sepolcrale
sotto il tuo pizzo seducente
urlo silenziosamente.

T'amo poi perché temo
temo la brevità, il sonno
che sfugge e ti consuma
l'incanto che muore nell'alba.

Notte che proteggi gli amanti
i piccoli diavoli, gli ubriachi,
un lenzuolo di sospiri
dona a chi lungamente attende.

E abbi pietà di noi
dei poveri pazzi estasiati
ebbri di profumi fugaci
concedici i sogni migliori.

Notte io taccio, io so, farai
della mia anima uno straccio
e ciò ti rende bella:
Notte "ancora, ancora botte!"
A.G.

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lunedì 25 marzo 2013

Di' solo rimani

(nell'immagine un quadro di James Tissot)

..e vuole mordere la luce
che gli brulica sul viso.. 
(D.Rondoni)

Insegnami la vita
il mistero rivelato
dell'umano sguardo
tu che hai corso
e superato
il mio slancio

Quel fu
primo
attimo
mai spento.

Quel frugarti, 
frugarci
il passato
presente ancora

Quei fili infiniti
senza distanza
né tempo

Svegliami
da un sonno di anni
con gli occhi di ieri
senza dire
domani.

A.G.
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sabato 23 marzo 2013

Primavera

(nell'immagine un'opera di Caspar David Friedrich)

Quando il sole leverà
lo sbadiglio oltre i monti
pria che l'ombra offuschi
ancor quel po' che brilla
nuove gemme noi vedremo
lagrimar dagli alti fusti
e come gonfie poppe
penderan sulle bocche
inaridite dai cocenti indugi
dolciastri frutti proibiti;
starem sotto a spremere
goccia a goccia, ululanti:
passerà il livore, dalle labbra
come sbrodolosi poppanti
insozzeremo ogni cosa,
ridendo da anime felici.
A.G.


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lunedì 11 marzo 2013

Riflessi della settimana teatrale (15): consigli e sconti

Eh sì, anche noi come tutti abbiamo i nostri impegni. Strana la storia degli impegni. Passi periodi che non c'è niente, poi d'improvviso "BAM!", tutto di un colpo sei catapultato in una moltitudine da uscirne pazzi. Ma ci piace la frenesia; questo, che è un po' uno spazio diciamo del "tempo liberato" che riusciamo a ritagliare nelle corte giornate, ne paga un po' le spese. Nonostante questo, ci par d'avere rimandato a lungo. Saremo brevi, dimenticandoci che ci piace dilungarci in parole e metafore. Diciamo dunque che potremmo ribattezzarli suggerimenti teatrali urlati da un treno in corsa. Iniziamo con l'Argentina,  dove Gabriele Lavia è protagonista del monologo interiore di Fabrizio nello spettacolo La Trappola, trappo da una meravigliosa novella di Pirandello. Di grande interesse è anche lo studio sui Sei Personaggi in cerca d'autore (sempre di Pirandello per gli impreparati) fatto da Luca Ronconi con gli ex allievi dell'accademia Silvio D'Amico, in scena al Teatro India. Riproposto da anni, è ormai un amatissimo cult (con cast rinnovato) lo spettacolo Sono diventato etero!, scritto e diretto da Lorenzo De Feo, in cui si affronta la costernazione di una madre alle prese con un figlio omosessuale che all'improvviso dichiara la sua eterosessualità; in scena al Teatro Millelire. Dedicato alle scrittrici russe Anna Politkovskaya e Natalia Estemirova, assassinate nel 2006 e 2009, La vita cronica, una produzione TSI La fabbrica dell'attore - Odin Teatret, con regia di Eugenio Barba, è in scena al Teatro Vascello. Il difficile rapporto tra una madre e una figlia, la prima vedova, la seconda tornata single per l'abbandono del marito, costrette ad una convivenza forzata dai risvolti drammatici, è il nucleo centrale di Buonanotte mamma al Teatro Stanze Segrete. Risate garantite al Teatro Quirino (eh sì, non facciamo sempre i seriosi), con la commedia di Michael Frayn Due di noi, con Lunetta Savino ed Emilio Solfrizzi. Per i più piccoli suggeriamo Luna sulla luna al Teatro Verde, una piacevole storia tra pupazzi e burattini, dove il pubblico non è solo spettatore, ma partecipa attivamente inventando filastrocche, cantando canzoni, rispondendo a indovinelli. Sempre al Teatro Verde, a partire da mercoledì 13, in scena Filiberto, il fantasma inesperto, liberamente tratto da "Il fanstasma di Canterville" di Oscar Wilde. Forse non esaustivi ma, da non credere, siamo riusciti ad essere sintetici: buon teatro.
A.G.


RIEPILOGO (vengono segnalati solo ridotti generalizzati)

- La Trappola, Regia Gabriele Lavia, Teatro Argentina, 9 - 24 marzo (ridotto! €18 €14, info e prenotazioni)**
- In cerca d'autore, studio sui "sei personaggi", Regia Luca Ronconi, Teatro India, 2 - 28 marzo (ridotto! €18 €10, info e prenotazioni)
- Sono diventato etero!, regia Lorenzo De Feo, Teatro Millelire, 12 - 31 marzo (ridotto! €12 €8, info e prenotazioni)
- La vita cronica, regia Eugenio Barba, Teatro Vascello, fino al 17 marzo (€15-€20, info e prenotazioni)
- Buonanotte mamma, regia Giuseppe Oppedisano, Teatro Stanze Segrete, 1 -17 marzo (€10-€13, info e prenotazioni)
- Due di noi, regia Leo Muscato, Teatro Quirino, 12 - 24 marzo (ridotto! €15 €10, info e prenotazioni)


BAMBINI
- Luna sulla luna, regia Mario Villani, Manuela Del Beato, Teatro Verde, 10-12 marzo (€7, info e prenotazioni)
- Filiberto, il fanstasma inesperto, regia Virginio De Matteo, Teatro Verde, 13-14 marzo (€7, info e prenotazioni)

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mercoledì 27 febbraio 2013

Guerra Fredda

(nell'immagine un'opera di Zdzislaw Beksinski)


Ci fu una sera che
di Berlino il muro
lungo il cuore edificai
con lacrime di cemento.

Non era più tempo,
nel mio bunker amaro
amare non più che tenebre
e bevvi l'inerzia solenne.

Niente oltre quel freddo
lugubre reumatico spirito
neve a nascondere i fili
spinati ai tenaci invasori

arrampicati su lisci occhi
scivolosi come ghiacci,
li ho seppelliti tutti
col mio bacio antartico!

Rattrappisco ora, slavine
di corpi odo schiantarsi
arrembanti sulle pareti
e temo il mio stesso gelo.

Voi ribelli insudiciati
sapete dir di ciò che arde
o è per ideologico disprezzo
che lanciate rosse pietre?

Perché pallido arrossisco
leggermente sciolgo i passi
sopra i miei baci sepolti
se alto odo il grido "voluttà!"

Per voi io scelsi l'ombra
per risparmiar condanne
alla prigione mi volsi
lasciandovi gelide carezze.

È possibile morire oggi
d'un deliberato brivido?
Se è Amore che sia almeno
nucleare: o s'amino i muri.
A.G.

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mercoledì 20 febbraio 2013

Perdere la vita sui Tram

 (nell'immagine un dipinto di zdzislaw beksinski)

Muio dentro
non solo parole, cocci
di vita, assordante
logorio di carta
morta, morta
addio!

Chissà dove
o quando
Venere dei boschi
tentacoli
eternità

Ed ora non più
non più che macerie
ora non più, ora
reliquie della notte
su tram inesistenti.
A.G.
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mercoledì 16 gennaio 2013

Riflessi della settimana teatrale: consigli e sconti

Sbirciando facebook, ci rendiamo conto che spesso il nostro peregrinare per teatri ci fa perdere i momenti più alti dell'esistenza televisiva. Mentre milioni di italiani annaspavano davanti ad un televisore, per godersi lo spettacolo - mal riuscito - della sfida Santoro-Berlusconi, noi eravo circondati da mura amiche. Ogni sera sono le stesse cose, le stesse facce, la stessa monocorde litania. Davvero vi accontentate di essere spugne del niente? Davvero accettiamo l'avanzata silenziosa di un'esistenza spenta, asettica, telebombardata? Noi abbiamo visto la scorsa settimana una compagnia di giovani, la cosa più bella che abbiamo potuto constatare è quanto fossero vivi. Noi tutti dovremmo dire: voglio vivere, voglio essere vivo! Voglio incanto, storie, avventure. Perché è proprio l'assenza di linfa vitale a provocare le crisi, è l'assenza di reazione a provocare l'annientamento. Reagire dunque, affacciatevi sulle strade, entrate nei teatri, ne uscirete probabilmente vivi. Tanto poveri lo siamo già, la scelta è tra dei poveri morti o dei poveri vivi. Vi diciamo subito che questa settimana un qualcosa di vivo arde nel quartiere testaccio, il cinema Greenwich festeggia i vent'anni di attività; per l'occasione, nelle tre sale, verrà proiettato martedì 15 Les enfants du Paradis di Marcel Carné, inedito capolavoro appena restaurato dalla Cineteca comunale di Bologna: l'ingresso è libero! Se vivere fosse soltanto una mera accettazione della realtà sarebbe riduttiva la nostra presenza su questa terra, fortunatamente esiste la complessità, tale a volte da essere incomprensibile. Così come può essere un cambio d'identità, una spinta che nasce da una pulsione, intimamente inafferrabile, ma che si può tentare almeno di cogliere al Teatro dei Conciatori con Il grande mago, monologo di Vittorio Moroni, voce di un padre che diventa madre, interpretato da Luca De Bei. E cos'è vita se non possediamo almeno la curiosità, non vorreste scoprire cosa si nasconde in Abbascio 'a grotta di Antonio Diana in scena al Teatro Millelire, in cui sette attori ingabbiati in una simbolica grotta raccontano e vivono esperienze diverse di violenza? Cosa dire invece di chi coraggiosamente si affaccia sul mondo, facendolo attraverso il lavoro più duro del mondo? Al Teatro Sala Uno, gli allievi del terzo anno di Teatro Azione diretti da Paolo Zuccari, affronteranno Orestea. Uno studio, tratto dall'opera di Eschilo, un lavoro sulla passione e sulla potenza della paura: giovani, e in quanto tali, da sostenere. È pronto a risvegliare i palati, e i desideri, più assopiti, Il profumo del tè alla cannella di Arianna Di Pietro nell'intimo spazio del teatro Stanze Segrete, seconda tappa del viaggio attraverso "i sapori dell'eros". In un luogo segreto, tre cani competono per ottenere l'agognato collare bianco e con esso la qualifica di cane antiterrorista di élite: è ciò cui assisterete al Teatro Belli, dove per l'attesissima regia di Jacopo Gassman è in scena La pace perpetua di Juan Mayorga. Quale spinta può definirsi più vitale di una rivoluzione? Quella di Beckett ha mutato il paesaggio del teatro e della letteratura novecentesca, con Wordstar(s)  Ugo Pagliai rende omaggio al grande scrittore al Teatro Vascello. Il Teatro Arcobaleno rispolvera un classico, La pace di Aristofane, grazie alla Compagnia Castalia, antica e divertentissima commedia sul tema della guerra e della pace tra i popoli. Amato o odiato che sia, vivo è quel che conta, volto storico del teatro italiano, Gabriele Lavia e la sua lettura di Tutto per bene di Pirandello saranno al Teatro Argentina fino al 23 gennaio. Perché invece non lasciarsi tentare da Paolo Poli, il quale debutta all'Eliseo con Aquiloni, spettacolo liberamente tratto da Giovanni Pascoli. Anche il Piccolo Eliseo vive e pulsa, dell'amore possessivo e infantile tra Michele Riondino e Maria Sole Mansutti, protagonisti di siamosolonoi. Non potremmo immaginare il nostro tempo senza Woody Allen: non sapremmo dire se sia un bene o un male, è già difficile pensare la sua immagine senza il suo alter ego vocale Oreste Lionello, come deve essere vederlo in un altro corpo? Antonello Avallone è regista e interprete al Teatro dell'Angelo di La Dea dell'Amore, per la prima volta sulle scene italiane. Forse però è troppo tardi per sperare di salvarci, tanto vale rivolgersi ai piccoli eroi di domani: la gabbianella e il gatto, celebre favola di Luis Sepùlveda è al Teatro Vascello fino al 20 gennaio (sabato alle 15.00); al Teatro Le Maschere la Compagnia Il Laborincolo presenta una versione inedità della fiaba dei Grimm 7 in un colpo, tra stoffe, bottoni e teatro di figura. Respirate, toccatevi, siete vivi: buon teatro.

Riepilogo
- Il grande mago, regia Giuseppe Marini, Teatro dei Conciatori, 15 gennaio - 3 febbraio (ridotto! €18 €8, info e prenotazioni)
- Abbascio 'a grotta, regia Antonio Diana, Teatro Millelire, 15 - 20 gennaio (ridotto! €12 €6.50, info e prenotazioni)
- Orestea. Uno studio, regia Paolo Zuccari, Teatro Sala Uno, 16 - 27 gennaio (€8 - €12, info e prenotazioni)
- Il profumo del tè alla cannella - I sapori dell'Eros, regia Annalisa Biancofiore, Teatro Stanze Segrete (€10 - €13, info e prenotazioni)
- La pace perpetua, regia Jacopo Gassman, Teatro Belli, 8 - 20 gennaio (ridotto! €18 €10, info e prenotazioni)
- Wordstar(s), regia Giuseppe Marini, Teatro Vascello, 8 - 20 gennaio (ridotto! €20 €8, info e prenotazioni)
- La pace, regia Vincenzo Zingaro, Teatro Arcobaleno, 18 gennaio - 24 marzo (ridotto! €18 €9, info e prenotazioni)
- Tutto per bene, regia Gabriele Lavia, Teatro Argentina, 16 - 27 gennaio (ridotto!€18 €14, info e prenotazioni)
- Aquiloni, con Paolo Poli, Teatro Eliseo, 15 gennaio - 3 febbraio (ridotto! €13 €10, info e prenotazioni)
- siamosolonoi, regia Circo Bordeaux, Piccolo Eliseo, 8 - 20 gennaio (ridotto! €22 €13, info e prenotazioni)
- La dea dell'amore, regia Antonio Avallone, Teatro dell'Angelo, 26 dic - 3 febbraio (ridotto! €25 €16, info e prenotazioni)

BAMBINI
- La gabbianella e il gatto, Teatro Vascello fino al 20 gennaio (ridotto! €10 €5.50, info e prenotazioni)
- 7 in un colpo, Teatro Le Maschere, fino al 20 gennaio (€7.50, info e prenotazioni)

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venerdì 11 gennaio 2013

Bukowski - A night with Hank. Teatr Millelire fino al 13 gennaio. Recensione



Torniamo per la prima volta in questo nuovo anno al Teatro Millelire in veste formale. Lo avevamo lasciato con panni informali, nelle prime ore del primo gennaio, dopo la piacevole serata offerta a base di lauti pasti, buon vino, spettacolo e intrattenimento. Un tentativo di corruzione? No, abbiamo pagato e mal volentieri rinunciamo alla sincerità.
C'è odore di ascelle. O forse è quel che si è tentati di sentire, perché quando si parla di Bukowski ci si aspetta sempre alcol, prostitute e una certa puzza di sudore. Il rischio però è quello di cadere in trappola, di costruirsi delle false aspettative, di identificare lo scrittore coi suoi vizi, la sua opera col suo stile di vita, tanto da desiderar più che i libri, il proprio autore: vogliono il Bukowski ubriacone e che parla di puttane, io glielo do. Ciò che sei spesso ti incatena. Francesco Nikzad (giovane e promettente drammaturgo) ci propone una versione inusuale, non un collage di brani estratti dai libri o una lettura, ma un testo originale che esce dai binari di una troppo facile e abusata ricostruzione (ormai quasi un cliché) del Bukowski circodanto da bottiglie e donnine, restituendo il suo pensiero piuttosto che la sua immagine amplificata dal mito. Protagonista non è Bukowski, ma Charles, in un'insolita sbronza di sobrietà, non beve da quattro giorni, senza Linda Lee – uscita, doveva rientrare subito - solo, sepolto nelle proprie fragilità di vecchio ubriacone perdente. Si svela, prende coscienza, accende e spegne le luci di quei pensieri che forse affiorano troppo nitidi, troppo reali. Accende e spegne, per raccontare agli altri, per raccontare a se stesso, in una solitudine fatta di carta da pacchi marrone. È il Charles più nascosto, quello dell'uccello azzurro nel cuore, che ama e ne sente l'urgenza, che racconta della famiglia, che con uno sforzo doloroso affronta il male sofferto e resiste ai richiami della bottiglia. Intimo, debole, nudo. È tutto quello che meno ci si sofferma a considerare, accecati come siamo dal fascino dell'artista sregolato. Ma il vecchio Hank, cui da giusta voce e corpo Roberto Galano, non è un animale da circo, ma solo un uomo da capire, una notte, usa sola, in cui si ha la fortuna di stare soli con lui. C'è spazio ovviamente per alcune citazioni del celebre scrittore e poeta, che ben si incastrano con la drammaturgia di Nikzad, creando una sinuosa continuità tra questa e gli estratti, i quali arrivano a tagliare l'aria come fendenti di luce di una lampadina oscillante, illuminazioni furtive di verità.
Con una voce arroccata da fumo e alcol, un corpo stanco e decadente, cavalcando i silenzi e le immagini del testo come un uccello azzurro plana sulla solitudine notturna, in un edificio scenico da lui stesso pensato e diretto per evocare l'immagine di un uomo impacchettato, Roberto Galano oltrepassa il mito riuscendo a trasmettere – in un faccia a faccia spesso ravvicinatissimo che a volte diventa persino contatto fisico con lo spettatore – un Bukowski più autentico di tante altre sue caricature. La soddisfazione di molti fan ne è probabilmente la prova più tangibile. 
Alessandro Giova




BUKOWSKI – A NIGHT WITH HANK
di Francesco Nikzad
regia e interpretazione: Roberto Galano
compagnia: Teatro dei Limoni – Foggia

8 – 13 gennaio ore 21.00, domenica 18.00 presso

TEATRO MILLELIRE
Via Ruggero de Lauria 22 – Roma
Biglietti: intero €12 - ridotto €8 (prenota ora)

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lunedì 7 gennaio 2013

Lo spettro - Charles Baudelaire

(nell'immagine: Sun, di Edward Hopper)

***
Come gli angeli dall'occhio fulvo
tornerò nella tua alcova,
scivolerò senza rumore verso te
con le ombre della notte,

e ti darò freddi baci
come la luna, o bruna, 
e carezze come un serpente
che striscia intorno ad una fossa.

Quando verrà il livido mattino, 
troverai il mio posto vuoto
e resterà il freddo fino a sera.

C'è chi usa la tenerezza,
sì, ma io regnerò sulla tua vita
e sulla tua giovinezza col terrore!


Le Revenant
Comme les anges à l'oeil fauve,
Je reviendrai dans ton alcôve
Et vers toi glisserai sans bruit
Avec les ombres de la nuit;

Et je te donnerai, ma brune,
Des baisers froids comme la lune
Et des caresses de serpent
Autour d'une fosse rampant.

Quand viendra le matin livide,
Tu trouveras ma place vide,
Où jusqu'au soir il fera froid.

Comme d'autres par la tendresse,
Sur ta vie et sur ta jeunesse,
Moi, je veux régner par l'effroi.


— Charles Baudelaire
 
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