al calar del vespro
apparsa come da morenti raggi.
Improvvisa Luna
pallida parvenza di rose
riflessi di danze inattese.
Scesi da alti colli
fruscianti di ciglia
Venti di profumi lontani.
Specchi di vanità stellate,
nelle ossa il freddo
e le mani ancora calde.
Matteo Di Stefano
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