E' quando torni nel camerino
che senti levarsi lieve un odore
di solitudine, è quando ti spogli,
lento, lasciando scivolar le vesti
che senti un urrà, un evviva
appena sussurrato, sognato.
Quando uno ad uno raccogli
i frammenti di te allo specchio
e togli la maschera e torni
umano, canticchiando assente
un motivetto malinconico,
quando ascolti ridere il pubblico
quando vorresti dirgli fammi ridere
quando ti vedono maschera gioconda
e a te non va nemmeno di scherzare
quando accendono le luci su di te
e nessuno più vede il buio dentro
quando, ancora nessuno vede il buio
quando capisci d'essere pura illusione
per te stesso, ti rifugi in camerino
lasciando scivolar via le false vesti,
uno ad uno i frammenti componi
e torni, a casa, senza una parola.
Matteo Di Stefano
venerdì 6 maggio 2011
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