(nell'immagine: Il bibliotecario di Giuseppe Arcimboldo)
non voglio stare chiuso contro un tavolo.
Voglio prender la porta, andare via
andarmene, se càpita, anche al diavolo!
5 In un giorno di ciel, d’aria e di sole
posso seduto, fabbricar parole?
Io, come il vecchio Amleto, sono stufo
di parole, parole, ancor parole!
Fra tanti pappagalli, sono un gufo
10 e disdegno le chiacchiere e le fole.
Se si parlasse meno, quanto il mondo
più felice sarebbe, e più fecondo!
Abbasso i versi e chi li legge e scrive!
Primavera s’annuncia, e vo’ pei campi
15 a veder in che modo si rivive
senza bisogno alcun che se ne stampi,
o ne filosofeggino due o tre
sui sedili dei tram, e nei caffè!
Senza soccorso di poeti e sofi
20 le siepi vanno rimettendo il verde!
Su per le aiuole crescono i carciofi,
e l’asparago inver nulla ci perde
se vien fuori, a dispetto della critica,
senza affatto occuparsi di politica.
25 E così fa la mammola, e fa l’erba,
il pero, il melo, il mandorlo, il ciliegio
che una veste di fiori hanno, e superba,
e daran frutto, senza ciarle, egregio.
Se facessimo un poco come loro:
30 chiacchiere niente, e alquanto più lavoro?
Ernesto Ragazzoni
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