(nell'immagine: un'opera di Achille Glisenti)
uccideteli! pria che trovino l'incanto!
Grottesche mie donne, frivoli
stambecchi dai seni volgari
pagliacci dai volti incipriati
rosse labbra di iene affamate
spolpate le vuote carcasse.
Io posso sentire tutte le anime
sapete voi, d'un'anima bella
anch'essa donna, eppur angelo
bianco come i sogni miei puri?
Essa ride, stende candidi veli
squarcia il sudario notturno
ecco, dic'ora che l'amo, come
un'essenza, non un corpo: luce.
Tutti i paradisiaci istinti
sepolti dal suo tenero battito
l'ardore è un riserbo di porpora
(il corpo, che rozzo strumento!)
Splendore, ti custodirò in una cripta
dove un sorriso, goffo, inciampa.
A.G.
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