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venerdì 28 maggio 2010

Essenzialità di plastica

(Ponte della velocità, 1913-1915, di Giacomo Balla)

Nel fiorire di campagne brulicanti
perdo piccoli frammenti d'integrità.
Casolari abbandonati, alberi rovesciati
divampare incolto di nature selvagge
la riconquista dei primordi violati.
Ah! In quell'erba annego lo sguardo
negli intrecci verdi e vividi, tra i parassiti
vo' bevendo succo di steli selvatici
come fosse essenza di salvifiche tisane,
il raggio solare che brucia gli occhi
all'infermo profeta nelle buie prigioni.
Rovesciare il tempo di un'epoca abietta
non posso, scoprirò mai la libertà?

Dannate parole, dannati tutti!
Sagome fallaci senza scheletro, via!
Sono io del tempo l'erba maligna
la punta d'arsenico nel calice festoso
il diserbante della rigogliosa demenza
lo schiavo ribelle ai dettami dell'ingordigia.
Voglio stuprare le vostre vanità
ebbre di liquide immagini danzanti
stropicciarvi come fodere di divani
Forza! Abbandonate i rifugi, udite?
È il tonfo sordo delle vostre cisterne
il lucente guscio che avvolge l'insipido
sapore delle essenzialità di plastica.

Matteo Di Stefano

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