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sabato 4 febbraio 2012

Il senso ultimo di un autoritratto

(nell'immagine: Il mimo di Mauro Colombo)



Dare forma al sono
non so.
Non esisto.

Ho un corpo,
una faccia,
un sorriso,
una lacrima,
ma vuoto è lo specchio.

Non c'è vita al di là
del recinto.

Noce d'argilla,
goccia di sudore
che scioglie il cerone

Voce,

vibrazione che colma
lo spazio.

Dove mi vedo
se non qui a respirare
la luce tagliente, dove
se non qui a sentire
nascere e morire
una vita.

E Sono,
finché resto qui,
nel recinto di luce.

Matteo Di Stefano

1 commento:

  1. a volte ti capisco molto di più leggendoti che guardandoti negli occhi... o forse è solo che vedendo le cose scritte ne prendo una consapevolezza maggiore.
    per te "non c'è vita al di là del recinto", nulla ha senso fuori, e questo lo noto, lo sento, ci sbatto contro. e non posso entrare.

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