(nella foto: Autoritratto con la morte che suona il violino di Arnold Bocklin)
Sono l'uomo ombra
il vuoto mi divora
e nel vuoto ho dimora.
All'ora dagl'umani sgombra
son devoto, al silenzio pegno
faccio dell'anima mia
allor che libera è la via
m'ergo a sommo del regno.
Dello spettro non disturbar
lamento e il perpetuo pianto
solo, quel cuore d'amianto
i sonni dolci lasciate tormentar.
Amar non riesco senza deliri
mio è l'eterno, mio l'incanto
questo il destino che millanto
d'essere imcompreso tra i sospiri.
Capire, oh mortale, non potrai
dai cuori bevvi lacrime d'oro
tremanti singulti tuttora imploro
d'amar l'abisso io smisi mai.
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