lunedì 1 marzo 2010
Baliani e le favole
13 erano gli ingressi che mi restavano sulla mia carta teatro. 12 quelli che rimangono. Avrei voluto 11. Mi ero prefissato una giornata piena di teatro. Uno spettacolo alle 18.00 ed uno alle 21.00 al Teatro India di Roma. Entrambi di Marco Baliani. Il rpimo, Piazza D'Italia, adattamento di un romanzo storico di Antonio Tabucchi che la critica definiva imperdibile; l'altro una favola, un'ora di teatro di narrazione attraverso le avventure di Frollo, un bambino di pasta frolla figlio di due pasticceri senza figli in carne ed ossa. Una sorta di Pinocchio dei giorni nostri, ma per nulla scopiazzato. Tutt'altro. Ahimé, il primo era tutto esaurito, anche sulle mie amate scale. Neanche un posticino per uno smilzo come me. Fortuna che c'erano ancora biglietti per Frollo. Così, mi sono visto Frollo che inizialmente doveva essere l'extra della giornata. Parto sempre con notevoli pregiudizi quando si tratta di teatro di narrazione. Poi entre e in un attimo vieni catapultato in un mondo di fiaba. Lui, solo. Marco Baliani (lo stesso Baliani che vidi a "la notte delle lucciole") seduto su di una sedia a narrare senza mai alzarsi. Mimando, facendo smorfie, cambiando la voce, rattrappendosi, gonfiando il petto a seconda del personaggio che si incontrava. Tutto rigorosamente seduto. Per nulla statico e noioso però. Primo perché Baliani riusciva a trascinarti con la sua narrazione in un universo di fantasia; secondo perché vedere uno spettacolo di narrazione è un po' come leggere un libro. Così, si viene catapultati su una spiaggia, in una festa popolare, una pasticceria, si immaginano le facce dei personaggi, l'ambiente, gli odori, i colori. Però anziché leggere ascolti. Un movimento continuo, da un avventura all'altra del piccolo Frollo. Molto molto emozionante. Le fiabe ci danno molto. Forse, una volta grandi, dimentichiamo di raccontarci delle fiabe. Dovremmo farlo più spesso, perché non sono solo storie inventate da raccontare a dei bambini, ma piccole perle, insegnamenti da custodire. Le fiabe aiutano a crescere i bambini, ma sono scritte per i grandi. Allora ogni tanto facciamolo, prendiamo un libro e raccontiamoci una fiaba. Ci aiuterà a credere e immaginare un mondo diverso. Perché non è altro che questo una favola, la rappresentazione di una realtà diversa, migliore. Ci fa sorridere, ma anche sperare. Ed oggi di speranza ne abbiamo davvero bisogno.
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